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giovedì 1 marzo 2012

E' morto Lucio Dalla, stroncato da infarto
Se ne va mito della musica



Il grande cantautore bolognese avrebbe compiuto 69 anni il 4 marzo. Si trovava a Montreaux in Svizzera per una serie di concerti. Era tornato a Sanremo dopo 40 anni con il brano Nanì. Fans disperati, le reazioni di colleghi e artisti



ROMA - Lutto nel mondo della musica: il cantautore Lucio Dalla è morto stroncato per un infarto a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per una serie di concerti. Il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni. Protagonista anche nell'ultimo festival di Sanremo dove era tornato anche per l'amicizia con il conduttore Gianni Morandi a quarant'anni dall'ultima partecipazione, accompagnando dal giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì, del quale era anche co-autore.

Mito della musica italiana. Con Dalla se ne va una stella di prima grandezza della musica e dell'arte italiana, un artista finissimo di incredibili capacità canore. Una carriera quella di Lucio Dalla davvero strordinaria, ricca di clamorosi successi che hanno accompagnato .40 anni di storia italiana. Da «L'anno che verrà» a «Anna e Marco», da «4 marzo 1943» a «Caruso», da «Futura» a «Piazza Grande», da «Ma come fanno i marinai» a «Attenti al lupo» a «Nuvolari» da «Com'è profondo il mare» a «Banana Republic» con Francesco De Gregori, insieme al quale aveva recentemente ricreato un sodalizio con un fortunatissimo tour.

Le ultime ore «Nessuna avvisaglia, stava bene. Lui e Mondella si sono sentiti ieri sera dopo il concerto di Montreaux: era contento di come era andato il concerto. Stamattina si è svegliato, ha fatto colazione, un paio di telefonate», poi il malore. Così, dalla Midas Promotion - società di comunicazione nel mondo della musica e dello spettacolo fondata da Michele Mondella - la sua assistente ricorda, al telefono, le ultime ore di Lucio Dalla.

L'ultima telefonata «L'ho sentito ieri sera, è vivissimo». Roberto Serra, bolognese amico storico di Lucio Dalla e fotoreporter di professione, non voleva credere alle notizie che arrivano da Montreux. «Non è possibile, mi ha telefonato ieri sera, stava benissimo, ed era felice, tranquillo, divertito e in pace con se stesso. Era contento per un'intervista che gli avevano fatto - ha cambiato verbo Serra quando è stato chiaro che l'amico fosse scomparso per un attacco cardiaco - e per il tour europeo che aveva appena cominciato. Diceva che era emozionante ritrovare i luoghi di un analogo tour di trent'anni fa e di trovare, pur nella diversità delle situazioni, la stessa positiva risposta di pubblico di allora. Era a Zurigo, Stava andando a Montreux, era felice».

Dagli inizi fino a Nanì Nato a Bologna il 4 marzo 1943 (celeberrima la sua omonima canzone, tratta da un testo della poetessa Paola Pallottino, che gli valse il terzo posto assoluto proprio sul palco dell'Ariston nel 1971), Lucio ha sfiorato i 50 anni di carriera artistica. Nato come musicista jazz, esordì con il gruppo Gli idoli, con i quali incise il suo primo album, intitolato 1999, pubblicato nel 1966. Nello stesso anno esordì a Sanremo con un brano dell'album, ''Quand'ero soldato e Paff....bum!''. A Sanremo, Dalla fece ritorno l'anno seguente, con ''Bisogna saper perdere'', abbinato con i Rokes di Shel Shapiro. Proprio quello, il 1967, fu anche l'anno del suicidio di Luigi Tenco, che collaborò con Dalla per uno dei testi del primo disco, ''Mondo di uomini'', e con cui il cantautore aveva stretto amicizia. Dal 1973, Dalla inizia una collaborazione col poeta bolognese Roberto Roversi, che durò quattro anni e che la critica definì come fondamentali per la musica italiana. Dall'importante sodalizio uscirono album come ''Anidride solforosa''; nel 1976 però, il sodalizio si incrinò quando Lucio concepì ''Il futuro dell'automobile e altre storie'', uno spettacolo teatrale trasmesso anche dalla Rai. Nel 1975 inizia un'importantissima fase che consacra Lucio Dalla alla musica d'autore italiana. A partire dalla collaborazione con De Gregori, con il quale l'anno precedente tenne alcuni concerti, insieme ad Antonello Venditti e Maria Monti e da cui fu tratto il disco dal vivo Bologna 2 settembre 1974. I due scrissero insieme la musica per "Pablo", che De Gregori inserì in "Rimmel". Da qui, l'ascesa di Lucio Dalla nell'Olimpo dei più grandi. da "Com'è profondo il mare" del 1977 ad un album ancora più di successo, "1979", che include successi come "Anna e Marco", "L'ultima luna", "L'anno che verrà". Nel 1988 Lucio Dalla inizia un'altra grandissima, importante collaborazione con Gianni Morandi, che da inizio ad una vivida fase della sua carriera. Il duetto crea l'album "DallaMorandi", disco (con inediti scritti da Mogol, Mario Lavezzi, Battiato, Stadio e Ron) e lunghissimo tour (anche all'estero) nel quale i due miti della musica italiana, accompagnati (per l'ultima volta) dagli Stadio interpretano ciascuno i brani dell'altro in uno scambio in cui raccontano la loro storia e incantano il foltissimo pubblico. Negli anni '90 il cantautore bolognese abbandona gli istrionismi e inizia a guardare ai giovani con sempre più interesse, dinmostrando una modernità musicale ed umana di grande spessore. Da "Attenti al lupo" con Ron a "Canzone" con Samuele Bersani, a Cesare Cremonini, Biagio Antonacci, Vasco Rossi, Enzo Iacchetti, Carmen Consoli, Tosca: tutti vogliono collaborare con il suo talento e la sua sensibilità. Il 7 luglio 2008 il cantautore bolognese presenta l'inno ufficiale della squadra olimpica italiana, intitolato "Un uomo solo può vincere il mondo" ed appositamente composto per i Giochi di Pechino. Il 22 marzo 2010 conduce insieme a Francesco De Gregori la nuova trasmissione televisiva di Rai 2, intitolata "Due", durante la quale i cantanti si esibiscono singolarmente ed in duetto in cover e brani del loro repertorio. Il tour continua per tutto il 2010 e buona parte del 2011. Quest'anno, come in un ideale passaggio di testimone, Dalla è tornato al Festival di Sanremo a quarant'anni dall'ultima partecipazione, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano "Nani", del quale è anche co-autore. Un'ultima poesia prima di lasciare, tradito dal cuore, questo mondo cui ha regalato emozioni intense e durature. 

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